Era Obelix a ripetere, ancora e ancora, negli album di Asterix la frase «Sono matti, questi Romani!». Lo erano davvero? Crediamo di no. Altrimenti non si spiega che abbiano scelto spazi più che privilegiati della Spagna Verde per erigere i loro accampamenti e le loro città. Anche nel XXI secolo le loro tracce sono visibili e visitabili: è ancora possibile conoscere i segreti della portuale Oiasso, la ragion d’essere della montanara Juliobriga, le appetitose terme in riva al mare di Gijón o la muraglia romana meglio conservata al mondo, a Lugo. Obelix si sbagliava: non erano matti.

Oiasso a Irun, Gipuzkoa (Euskadi)
Che cos’è Oiasso?
Oiasso è il nome che i Romani diedero alla città portuale che si trovava nei terreni su cui sorge l’attuale Irun. L’antica Oiasso beneficiava di una geografia privilegiata: un porto al riparo dal Mar Cantabrico, bagnato dalle acque del fiume Bidasoa e molto vicino al complesso minerario di Arditurri che i Romani avrebbero sfruttato anch’essi. Oiasso è, anche, il nome dato al museo archeologico di Irun che raccoglie, studia ed espone i resti di epoca romana rinvenuti nella zona.
Perché i Romani si stabilirono a Irun?
La posizione non poteva essere migliore: Irun era (e continua a esserlo) un incrocio strategico di rotte tra Hispania e la Gallia, un impareggiabile accesso al mare attraverso la baia di Txingudi e, per di più, ricche vene di ferro e altri minerali nei dintorni. Un territorio che univa commercio, attività mineraria e controllo del territorio era una leccornia fin troppo allettante per gli ambiziosi Romani.
Qual è la migliore esperienza romana nella zona?
Il Museo Oiasso organizza visite guidate alle terme, all’ambiente minerario e alla singolare necropoli di Santa Elena, un semplice eremo che nasconde al suo interno i segreti funerari degli abitanti di Oiasso. Vale la pena far coincidere la visita con il Festival Dies Oiassonis, una festa che evoca il passato romano di Irun con rievocazioni storiche, teatro, concorsi gastronomici, mercati e altri spettacoli.
E un consiglio turistico di cui i Romani non poterono godere?
Una gita in barca lungo l’estuario del Bidasoa e la baia di Txingudi, conoscendo l’antica costa romana e qualche curiosità unica come l’isola dei Fagiani, il condominio più piccolo del mondo Che cosa significa? Che Spagna e Francia si ripartiscono la sua sovranità: nei primi sei mesi dell’anno, la Francia ne assume l’amministrazione e nei sei successivi, la Spagna.
Juliobriga a Retortillo, Campoo de Enmedio (Cantabria)
Che cos’è Juliobriga?
Juliobriga fu la città più importante di tutte quelle fondate dai Romani in Cantabria: la ‘città fortificata di Giulio’ (in riferimento all’imperatore Gaio Giulio Cesare Augusto), un’enclave fondamentale creata dopo la complicata romanizzazione del nord della Penisola Iberica. La conquista di gran parte degli attuali territori della Spagna Verde non fu un’impresa facile per i Romani: le cosiddette Guerre Cantabriche, accadute nei territori delle Asturie e della Cantabria, furono il tocco finale dopo decenni lottando per ottenere il controllo totale della penisola.
Perché i Romani si stabilirono in Cantabria?
La fondazione di Juliobriga non fu, affatto, casuale poiché i Romani lasciavano poche cose al caso: Juliobriga è un’enclave strategica e simbolica che cercava di controllare l’accesso alla Cantabria dall’altopiano e di consolidare il potere latino nei complicati territori settentrionali. Juliobriga si trova nel paese di Retortillo, vicino a Reinosa, nel sud montuoso della Cantabria, nella comarca di Campoo de Enmedio e vicino alla riva dell’Ebro poco prima che questo si trasformi nel più grande bacino del nord della Spagna.
Qual è la migliore esperienza romana nella zona?
Visitare il sito archeologico di Retortillo e il Centro di Interpretazione Domus è la cosa più simile che ci sia a viaggiare ai primi secoli della nostra era per conoscere l’impianto urbano di una città romana, i suoi edifici pubblici, le sue abitazioni (e quelle delle tribù indigene) e altri ritrovamenti archeologici. Il primo offre una visita libera e mostra, allo stato grezzo, i resti del passato. Nel Centro di Interpretazione si ricrea la vita quotidiana romana e si contestualizzano i resti rinvenuti.
E un consiglio turistico di cui i Romani non poterono godere?
Una fuga al vicino bacino dell’Ebro per godersi un’escursione in kayak o una lunga passeggiata in bicicletta. Sebbene i Romani dominassero (anche) l’ingegneria idraulica non furono loro a creare il bacino dell’Ebro per cui questo immenso mare interno risulterebbe loro totalmente estraneo.
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Gijón Romano (Asturie)
Che cos’è il Gijón Romano?
È l’insieme dei resti romani rinvenuti nella località costiera asturiana, concentrati principalmente nei siti del Parco Archeologico Naturale della Campa Torres e delle Terme Romane di Campo Valdés. Sebbene l’antico insediamento romano nell’attuale Cimavilla non abbia raggiunto l’envergadura di altre grandi città dell’Impero nella Penisola Iberica, svolse comunque un ruolo di rilievo a livello regionale, fungendo da collegamento tra l’entroterra e la costa asturiana.
Perché i Romani si stabilirono a Gijón?
Sia ieri, ai tempi dell’Antica Roma, sia oggi, Gijón era un punto strategico per controllare la costa nord e un porto naturale idoneo al traffico di merci e materie prime. La sua vicinanza all’antica Via della Plata, che univa il nord e il sud dell’ovest della Hispania -da Augusta Emerita ad Asturica Augusta-, gli conferiva un duplice ruolo: da un lato, era nodo finale di una via storica e, dall’altro, punto di connessione navale nel nord della penisola.
Qual è la migliore esperienza romana nella zona?
Senza dubbio, percorrere le Terme Romane di Campo Valdés, proprio accanto alla spiaggia di San Lorenzo per conoscere come si rilassavano i Romani (e, di passaggio, salutare l’iconica statua dell’imperatore Augusto). All’estremità occidentale di Gijón si trova il Parco Archeologico-Naturale della Campa Torres, antico insediamento castreño preromano e romano, possibile Oposum Noega che potrebbe essere l’origine di Gijón.
E un consiglio turistico di cui i Romani non poterono godere?
Iniziare una passeggiata tardiva per il quartiere di Cimavilla in cerca di un bicchiere di sidra ben versata e salire fino al colle di Santa Catalina per congedarsi dal giorno accanto alla gigantesca (e instagrammabile) scultura di Eduardo Chillida, Elogio dell’Orizzonte.
Lucus Augusti a Lugo, Lugo (Galizia)
Che cos’è Lucus Augusti?
Lucus Augusti fu la capitale romana della Gallaecia interna ed è oggi conosciuta per conservare qualcosa che nemmeno gli stessi italiani sono riusciti a mantenere: una muraglia romana completa di più di due chilometri di lunghezza (2.266 metri per essere un po’ più precisi) che circonda il centro storico di Lugo e i suoi principali monumenti, tutti eretti nei secoli successivi.
Perché i Romani si stabilirono a Lugo?
La zona offriva qualcosa che i Romani non potevano ignorare: una posizione ideale per consolidare il loro dominio sul nord-ovest peninsulare. Come tante altre città romane nella penisola, le origini di Lugo furono militari: qui fu eretto il campo militare comandato da Gaio Antistio Veto nell’anno 25 a.C.
Qual è la migliore esperienza romana nella zona?
Percorrere la muraglia romana, Patrimonio dell’Umanità, è un’esperienza unica sul pianeta. Puoi camminare per i suoi oltre 2 chilometri di lunghezza senza uscire dal tracciato originale. E se vuoi di più, visita il Centro Archeologico San Roque per conoscere come erano i rituali funerari dei sudditi di Roma o avvicinati alle terme romane accanto al fiume Miño e vicine al ponte… anch’esso romano, chiaro.
E un consiglio turistico di cui i Romani non poterono godere?
Andare per tapas, semplice così. Può darsi che i Romani fossero maestri del banchetto, ma non risulta che si dedicassero ai piaceri di alternare da un bar all’altro assaggiando tapas con ogni consumazione. Due zone di tapas molto frequentate a Lugo sarebbero lo stesso centro storico situato intramurale (la praza do Campo, la rúa Nova o campo Castelo) o i dintorni della piazza di A Milagrosa, extramurale.